Dopo le giornate fredde avute questo inverno, arrivate quasi a meno dieci, i limoni sono ancora protetti nella serra-limonaia-cantina di Eridu.
La culla del limone si situa nell’Estremo Oriente tra l’India e l’Indocina.
Questo agrume è probabilmente un ibrido naturale generatosi in tempi remoti fra il cedro e l’ arancio amaro detto anche melangolo.
La coltivazione del limone era praticata nell’Antico Egitto e il suo frutto veniva utilizzato per imbalsamare le mummie e collocato nelle tombe insieme a datteri e fichi.
Gli Assiri lo conoscevano ma era noto anche agli antichi Greci che lo tenevano in gran conto come pianta medicinale.
Le prime chiare descrizioni di questo agrume a scopo terapeutico si devono alle opere di Teofrasto un medico e filosofo greco vissuto dal 371 al 287 a.C. ad Atene.
Furono i Greci che fecero conoscere ai Romani questo agrume.
Nell’antica Roma il limone veniva usato come pianta medicinale specialmente contro l’avvelenamento e per questo motivo pare che l’Imperatore Nerone ne fosse un assiduo consumatore.
A Pompei in una villa sono stati trovati degli affreschi che raffigurano un giardino con diversi agrumi fra cui dei limoni.
Se ne deduce quindi che la coltivazione del limone era attuata in quella zona della Campania prima della disastrosa eruzione del Vesuvio del 63 d.C.
Nella Bibbia e precisamente nel Levitico viene menzionato il limone che gli Ebrei onoravano chiamandolo “albero della purezza o della vita” a motivo del suo fogliame che non lasciava mai la pianta.
Furono gli Arabi che diffusero attorno all’anno 1000 gli agrumi e quindi anche la coltivazione del limone in Europa.
In Sicilia, nel nostro Meridione e in Spagna diffusero tecniche di coltivazione degli agrumi davvero avanzate per l’epoca soprattutto per quanto riguardava l’irrigazione degli agrumeti.
Questo fece sì che tali coltivazioni si diffondessero e iniziò così a diffondersi anche la coltivazione del limone in modo intensivo.
Fu nel Rinascimento tuttavia che la moda di possedere agrumi anche in climi che non permettevano la coltivazione di queste piante delicate in piena terra si diffuse in tutta Europa.
Molti di questi agrumi erano piante di limoni che venivano coltivate in vaso e poi portare al riparo nelle famose “limonaie” dove in un ambiente luminoso e lontano dal gelo passavano la brutta stagione.
Famosa in tutta Europa diventò la collezione della potente famiglia fiorentina Dei Medici.
Ancora oggi nella Villa Medicea di Castello a Firenze sono ospitate in vaso circa 500 piante di agrumi fra i quali spiccano alcuni esemplari unici di limoni.
I Medici diedero incarico a un famoso pittore di “nature morte” dell’epoca Bartolomeo Bimbi di ritrarre questa collezione.
In numerosi quadri questo artista specializzato nel ritrarre la natura nei più minuti particolari ci ha lasciato degli splendidi ritratti di agrumi fra i quali spiccano le numerose varietà di limoni che i Medici erano orgogliosi di possedere.
Ancora oggi questi quadri unici con i loro “cartigli” ovvero gli elenchi di tutte le varietà di agrumi dipinte con le loro accurate descrizioni sono visitabili presso il “ Museo della Natura Morta” a Poggio a Caiano in provincia di Prato in Toscana.
Questo museo unico nel suo genere merita davvero una visita specialmente se sei appassionata di frutta e di agrumi che in questi quadri sono stati dipinti con assoluta fedeltà non solo per quanto riguarda i loro frutti ma anche per quanto concerne i loro fiori e le loro foglie.
Non c’era villa in Toscana che non possedesse una limonaia, dopo che i Medici, per primi, ne diffusero la pratica. Oggi, molte di queste antiche strutture sono state restaurate e sono adibite a luoghi per incontri, eventi culturali e cerimonie. Segnaliamo come esempio per tutte, la più antica: la limonaia della Villa medicea di Castello, a Firenze. Nello splendido e storico giardino è presente un’importantissima collezione di limoni e altri agrumi (circa 500), pregiati e rari, che nel periodo invernale trovano riparo nelle due limonaie della villa: una piccola, posta a levante, e un’altra più grande, detta anche stanzone degli agrumi, collocata a ponente.
Durante la prima guerra mondiale, la limonaia grande di Castello fu svuotata e adibita a ospedale militare: di conseguenza, i preziosi agrumi patirono il gelo e molte piante portano ancora oggi – è passato ormai un secolo – i segni dei danni subiti durante quel drammatico periodo della nostra storia.
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